Home » DPI – Dispositivi di protezione individuale
Avrai sicuramente sentito parlare di DPI ma cosa sono i DPI e, soprattutto, cosa significa DPI di sicurezza? È l’acronimo di Dispositivi di Protezione Individuale e indica le attrezzature che il lavoratore deve indossare, o tenere con sé, per difendersi da rischi per la propria salute o sicurezza sul lavoro. A seconda della loro funzione e della zona che andranno a proteggere, si dividono in varie tipologie: DPI per la protezione della testa e delle vie respiratorie, DPI per l’udito, guanti e abbigliamento da lavoro e così via.
Chiarito cosa sono i DPI, il significato e la loro funzione, vediamo di analizzarli più nel dettaglio e di rispondere ad alcune domande comuni.
Accessori come i guanti, dispositivi per saldatori, maschere, facciali ma anche caschi od occhiali protettivi, ognuno specifico per una determinata funzione.
In qualsiasi attività lavorativa che preveda l’esposizione a rischi di malattia o infortunio.
In tutte quelle situazioni in cui esistono rischi che non possono essere eliminati del tutto e dove quindi adottare misure preventive diventa indispensabile.
Oltre che per la loro funzione, la classificazione dei DPI è correlata al fattore di rischio connesso all’attività lavorativa per cui sono utilizzati. Ci sono quindi Dispositivi di Protezione Individuale di categorie diverse come previsto dal Regolamento Europeo 2016/425 che distingue tra DPI di Prima, Seconda e Terza Categoria.
Si tratta di Dispositivi di Protezione Individuale progettati per attività soggette a rischi minimi. Servono quindi a proteggere i lavoratori da danni di lieve entità e, per essere a norma, devono essere autocertificati dal produttore. I guanti in tessuto o pelle o i dispositivi volti a proteggere da eventi atmosferici o urti lievi appartengono tutti alla Prima Categoria.
Dispositivi di Protezione Individuale impiegati per proteggere da rischi elevati, come morte o comunque lesioni gravi spesso permanenti. Sono certificati da un organismo di controllo autorizzato e notificato, e sottoposti a controlli in fase di produzione.
Chi li utilizza deve aver svolto uno specifico corso di addestramento, indispensabile per impararne l’uso corretto. Tra i DPI di 3 Categoria quali sono i più comuni? I DPI anticaduta, filtranti o respiranti, i dispositivi di protezione da rischi elettrici, chimici o anche da temperature estreme.
Si tratta di Dispositivi di Protezione Individuale progettati per attività soggette a rischi minimi. Servono quindi a proteggere i lavoratori da danni di lieve entità e, per essere a norma, devono essere autocertificati dal produttore. I guanti in tessuto o pelle o i dispositivi volti a proteggere da eventi atmosferici o urti lievi appartengono tutti alla Prima Categoria.
La normativa vigente sui DPI è disciplinata dal Regolamento Europeo 2016/425 che, per ogni categoria di DPI, stabilisce i criteri di progettazione, produzione e distribuzione sul mercato.
In generale qualsiasi Dispositivo di Protezione Individuale deve rispettare il marchio CE di conformità come stabilito dal D.Lgs. 475/1992 e della normativa di riferimento dei DPI. Deve pertanto essere adeguato alle condizioni di utilizzo e ai rischi da cui deve proteggere. Tutto, dai materiali all’assemblaggio, dovrà garantire il massimo comfort ed ergonomia e la possibilità di essere adattato alle necessità dell’utilizzatore.
Esiste una specifica normativa DPI, a seconda della tipologia del dispositivo:
Oltre che dalla qualità costruttiva, l’efficacia di un Dispositivo di Protezione Individuale dipende dal modo in cui viene utilizzato. Per corretto utilizzo dei DPI si intende un uso che rispetti le linee guida del prodotto ma anche la giusta manutenzione dello stesso.
Il corretto uso dei DPI è comunque strettamente connesso alla categoria di appartenenza del dispositivo. Per i DPI di Prima Categoria, ideali per bassi fattori di rischio, può essere sufficiente attenersi a regole generiche e di buon senso.
Per i DPI di Terza Categoria occorrono invece un addestramento mirato e una manutenzione specifica, indispensabili per garantire la massima sicurezza del lavoratore. Le normative vigenti impongono infatti che tutti gli operatori esposti a rischi elevati svolgano una formazione obbligatoria per apprendere il corretto uso del DPI e riconoscere se il dispositivo è perfettamente funzionante.
Non esiste una risposta univoca alla domanda quando sostituire i DPI. Dipende molto dall’utilizzo che se ne fa, dalle condizioni di impiego e ovviamente dalla tipologia di dispositivo. È pertanto opportuno osservare attentamente le linee guida sull’uso e smaltimento dei DPI. Da qui si può capire quali DPI hanno una scadenza e quali sono gli standard che devono possedere per essere efficaci.
Ricordati però che un dispositivo usurato, vecchio o conservato il modo inopportuno va sostituito, indipendentemente dalla data di scadenza riportata. Basta infatti anche un singolo componente danneggiato per compromettere l’efficienza del materiale per l’antinfortunistica e quindi l’incolumità del lavoratore.
Anche lo smaltimento dei DPI usati deve seguire regole precise e va trattato spesso come rifiuto speciale.
Il Testo Unico sulla Sicurezza (art. 18) è molto chiaro a tal proposito: chi deve fornire i DPI è sempre il Datore di Lavoro. In qualità di responsabile della sicurezza dei lavoratori, deve provvedere alla fornitura dei Dispositivi di Protezione Individuale e accertarsi che proteggano adeguatamente.
È importante quindi che chi deve acquistare i DPI individui strumenti idonei alla mansione e al fattore di rischio per cui verranno impiegati. E non solo! Chi consegna i DPI ai lavoratori deve anche fornire loro una formazione adeguata sul corretto uso dei dispositivi e prevederne l’immediata sostituzione nel caso in cui abbiano perso efficienza.
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